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LG NATUR #3: Marco Piroddi – Lei era qui

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La mostra Lei era qui di Marco Piroddi si concentra sulla serie di opere Solidità dell'Instabilità e affronta la scomparsa della natura nel contesto delle nuove tecnologie informatiche.

Descrizione

Data
18.06.2025 dalle 16:00 alle 19:00
20.06.2025 dalle 16:00 alle 19:00
21.06.2025 dalle 11:00 alle 16:00
25.06.2025 dalle 16:00 alle 19:00
27.06.2025 dalle 16:00 alle 19:00
Prezzo
ingresso libero
Zeit
dal 14.06.2025 al 28.06.2025
Mercoledì e venerdì 16:00 - 19:00
Sabato 11:00 - 16:00
Luogo
tilde
Organizer
tilde

Lei qui,
ed io
con il silenzio in mano.
Tutto da gustare.

Gli ultimi versi della poesia di Piroddi si riferiscono al titolo della mostra: Lei era qui. La serie di opere in mostra Solidity of Instability tematizza la scomparsa della natura e la nostra visione ritardata, spesso distante, di essa. Le sculture di Piroddi mostrano combinazioni idiosincratiche di materiali in cui il naturale si intreccia con l'artificiale. L'origine e il grado di lavorazione di questi materiali rimangono indeterminati, così come la misura in cui sono alienati dalla loro originalità.
Con l'estensione virtuale dello spazio esterno, indipendentemente dalla posizione, i visitatori incontrano ancora una volta le sculture in un ambiente ibrido. L'intreccio tra l'ambiente reale e la plastica rivela nuove dimensioni della repressione del naturale. In questa realtà sovrapposta, emerge un ulteriore immaginario esperienziale.

Marco Piroddi (1984, Zizers GR), è cresciuto in Sardegna, attualmente vive a Zizers e lavora a Coira. Dopo la formazione da cuoco, si è dedicato intensamente all'arte. Lavora nel campo della pittura, della scultura e dei media digitali. Le forme sono spesso create in dialogo con la materia stessa. Esplora il confine tra il visibile e l'invisibile. Nel farlo, si riferisce in particolare al postmodernismo e alla filosofia di Byung-Chul Hans Undinge (2021), che sottolinea la necessità di riconoscere la frammentazione del sé causata dal mondo moderno e dal suo flusso di informazioni. Per Piroddi, la dissoluzione dei confini non significa una rottura, ma una dolce dissoluzione dei margini, un invito all'apertura, in cui l'opera non determina, ma chiede.

Sede

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