Martina Clavadetscher: «Die Schrecken der anderen»

Come si fa a mostrare qualcosa che tutti hanno visto da tempo? Martina Clavadetscher, vincitrice del Premio svizzero del libro e una delle più rinomate autrici di lingua tedesca, rende visibile lo spazio dell'elefante invisibile e si interroga sulla responsabilità della letteratura. Sapientemente raccontato e ricco di immagini impressionanti, questo romanzo porta già nel titolo la sua spaventosa attualità: questa potrebbe essere la storia di qualsiasi persona. In qualsiasi paese, in qualsiasi momento. Finché nessuno impara dagli orrori degli altri.

Un ragazzo si imbatte in un uomo morto nel ghiaccio mentre pattina e l'inizio di una strana storia. Kern, un ricco erede, non può più ignorare il fatto che i suoi occhi si stanno indebolendo. Ma vuole davvero vedere chiaro? C'è la madre centenaria di Kern, che giace a letto nella soffitta della villa per la maggior parte della giornata, eppure tiene i fili in mano con brutale consistenza. C'è Schibig, un archivista solitario che si lascia trasportare da Rosa, l'anziana della carovana, che ha un interesse spettacolare per gli incidenti in realtà non spettacolari – perché capisce che nulla va mai da nessuna parte, ma che tutto è collegato: il morto nel ghiaccio, i signori dei cilindri nella locanda Adler, la moglie di Kern, che si rifiuta di mangiare il gesso, un memoriale pianificato, minacciosi draghi di montagna e altre leggende persistenti.

Martina Clavadetscher è scrittrice e drammaturga. Dopo aver studiato letteratura tedesca, linguistica e filosofia, ha lavorato per vari teatri di lingua tedesca e ha pubblicato diversi romanzi. Le sue opere sono state tradotte più volte. Nel 2021 ha ricevuto il Premio svizzero del libro per il romanzo «L'invenzione della disobbedienza». Vive in Svizzera.